Gennaio di sangue by Parks Alan

Gennaio di sangue by Parks Alan

autore:Parks Alan [Alan, Parks]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, Crime, Mystery & Detective, General
ISBN: 9788858781401
Google: 86V9DwAAQBAJ
editore: Giunti
pubblicato: 2019-01-02T15:57:10+00:00


23.

“Porca troia!”

C’era Stevie Cooper che gli dava dei colpetti. Doveva essersi addormentato.

“Prendi un po’ di questa… dai, cazzo, riprenditi.”

McCoy si scrollò il sonno di dosso, prese la banconota arrotolata, la infilò nel sacchettino e fece una lunga sniffata. Lo speed gli salì subito, all’improvviso non si sentì più così stanco. Bevve un goccio di birra per cancellare il gusto metallico in gola. Uscito dal Grove era andato in cerca di Stevie e dopo qualche pub erano finiti lì. A una delle serate di Billy Chan, praticamente gli unici bianchi presenti.

Una volta al mese Billy si impossessava di un posto e allestiva una bisca illegale dove si poteva scommettere su tutto. I clienti arrivavano da Manchester, Liverpool, da qualsiasi Chinatown. Quella volta la serata si teneva in un ristorante di Gordon Street. Il cartello alla porta diceva che era chiuso per restauri. L’altra volta che McCoy era stato a una serata di Billy Chan erano in una vecchia panetteria di Townhead e dopo un po’ erano tutti imbiancati di farina. Stavolta c’era tanta gente, cinquanta o sessanta cinesi seduti ai tavolini che giocavano come se da quello dipendessero le loro vite; il che, conoscendo Billy, poteva anche essere vero.

Li fecero accomodare dietro un séparé in fondo. Erano in sei intorno a un tavolo ingombro di bicchieri, sigari e pile di fiches da poker omaggio. Stevie, e tramite lui anche McCoy, era ospite di Ronnie Naismith. Da anni gestiva svariati club in città, fin dai tempi delle orchestre-spettacolo irlandesi e dei ballerini professionisti. Non faceva solo quello, ma tendeva a fare i suoi affari a sud del fiume, quindi McCoy non aveva mai avuto troppe occasioni di averci a che fare.

In quel momento lui e Stevie stavano parlando fitto, c’era un impero da costruire. Si riempivano la testa di parole a vicenda mentre lo speed cominciava a fare il suo lavoro. Per quel che ne sapeva McCoy, Naismith pagava a Stevie una somma mensile per poter tenere i suoi club aperti e sgombri da problemi, e Stevie forniva i buttafuori. Con loro anche pillole e speed. Andava bene a tutti e due. Una ragazza con un top corto color argento, di cui non ricordava il nome, gli si era seduta accanto e gli teneva la mano. Aveva un vago ricordo di averla seguita nell’ufficio sul retro, con Naismith che le urlava di trattare bene McCoy. Lei aveva provato a fargli un pompino, non aveva funzionato. La codeina, l’alcol e il dolore erano troppo difficili da abbattere, non era stato all’altezza del compito. Se n’era andato abbottonandosi la patta.

Lei l’aveva guardato terrorizzata, reggiseno e top sul pavimento. “A Ronnie dirai che è andata bene, vero? Ti prego.”

Lui annuì. “Ce la siamo spassata.”

Era più che ostinata. Gli infilò una mano nella tasca dei pantaloni e giocherellò con il suo cazzo attraverso la stoffa. Stavolta parve funzionare. Si girò per baciarla e Stevie gli diede un colpetto.

“A proposito, che cazzo vuole quel coglione del tuo collega, Wattie?”

McCoy si girò, la mano della ragazza sempre in azione nella tasca.



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